Il topolino, l’elefante e l’investitore

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L’investitore, nel gestire i propri risparmi, si trova a gestire anche paura ed emotività. Meglio ascoltare il topolino o l’elefante?

Il topolino, l’elefante, e l’investitore.

Quando gestiamo i nostri risparmi, accumulati nel tempo grazie ad impegno e spesso anche sacrificio, ci ritroviamo a gestire anche l’emotività legata a questi stessi soldi. E l’emotività è come un elefante chiuso in una stanza. Difficile non notarlo e fare finta di niente.

Molto interessante l’articolo condiviso sul Sole24Ore da Duccio Martelli, professore aggregato di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università di Perugia, e visiting professor alla Harvard University:

https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2020/03/22/risparmi-paura-danni/

La paura è certamente lo stato d’animo più comune, che tutti noi abbiamo provato, a vari livelli.

Essendo la paura un’emozione primitiva, questa non può essere gestita a livello razionale. Una comunicazione basata quindi su dati e numeri diventa inefficace.

Per comprendere infatti il differente peso, all’interno del processo decisionale, attribuito alla parte emotiva e a quella razionale, si è soliti utilizzare l’immagine di un elefante con la sua guida, dove l’animale rappresenta la nostra parte più primitiva e incontrollabile del cervello, mentre la guida, il conducente, raffigura la nostra parte razionale. Ne deriva che, quando l’elefante è agitato, la guida va in difficoltà, nel tentativo di indirizzare l’animale verso la direzione prefissata. 

Se da un punto di vista razionale, la storia insegna che dal Dopoguerra a oggi ci sono stati oltre trenta buone motivazioni per uscire dai mercati (come ad esempio le varie tensioni geo-politiche, guerre, o le diverse crisi economiche che abbiamo vissuto nei decenni passati), la statistica dimostra come chi l’avesse effettivamente fatto, cercando il giusto tempismo di uscita e ingresso sui mercati, avrebbe arrecato facilmente danno al portafoglio, anzichè portare plusvalore. L’elefante è quindi un pessimo consigliere.

“Sei disposto a sopportare il carico emotivo delle tue decisioni?” 

Investire correttamente, alla fine, si traduce nell’ ascoltare il topolino ed ignorare l’elefante.

Certo, non è facile.

Soprattutto perchè prima di essere investitori siamo esseri umani, e tendiamo a pesare le perdite molto più dei potenziali guadagni. Proprio per questo il nostro radar è orientato prevalentemente sui possibili fattori negativi, per cercare di prevenire così ed evitare il dolore. Le belle notizie non ci interessano. In questo modo tendiamo a dar da mangiare continuamente al nostro elefante emotivo, e ad auto-alimentarlo noi stessi, facendolo crescere sempre più.

https://theirrelevantinvestor.com/2020/06/10/there-are-always-reasons-to-sell/

Ecco che una corretta gestione comportamentale diventa quindi fondamentale per il successo del nostro percorso d’investimento.

Abbiamo incontrato il nemico, e ho scoperto che siamo noi” (cit. Pogo)

Questa è la storia del topolino, l’elefante, e l’investitore.

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