Investire nelle materie prime conviene, all’interno di una logica di diversificazione?
Alla luce della recente salita in termini di prezzi, molti investitori si chiedono se non convenga ora investire nelle materie prime. Spinte infatti dal fattore inflazione, le commodities hanno messo a segno una corsa certamente degna di nota:

L’asset class è quindi tornata da poco sotto i riflettori, benchè valutare il valore di uno strumento solo in base al suo andamento di breve periodo sia spesso fuorviante.
Certo, vedere oggi le commodities come unica asset class in positivo, da inizio anno, sul mercato americano, fa impressione, e sottolinea come le materie prime abbiano funzionato in modo efficace come copertura dall’inflazione (più dell’Oro).

Per comprendere però cosa significhi di fatto investire sulle commodities, e valutare quindi il loro effettivo valore, è bene andare oltre al mero rendimento, e studiare nello specifico gli aspetti che caratterizzano quest’asset class.
Iniziamo dicendo che le materie prime rappresentano un investimento certamente ad alta volatilità, ed espongono quindi l’investitore ad oscillazioni anche importanti, in termini di prezzi, come evidenziato nella seguente tabella, che ripercorre lo storico delle commodities, evidenziandone le singole componenti, aggiornate a fine 2021:


Questo invece il quadro relativo all’anno 2020, espresso nell’indice S&P GSCI, e nei relativi costituenti:

Il risultato negativo maturato nel 2020 dall’indice S&P GSCI segue un trend che durava di fatto ormai da 10 anni, tanto che il rendimento annualizzato 2010-2020 segna -8,65%, il peggior decennio mai registrato dall’asset class (che certifica anche le commodities come peggior asset del decennio, fra tutte). Tuttavia, i rendimenti nel più lungo periodo restano positivi.
Proprio in quest’ultimo periodo, come abbiamo visto, l’indice delle materie prime ha però invertito la direzione, segnando un recupero che riporta l’asset su livelli che non si vedevano da alcuni anni. Il cambio di rotta, come illustrato di seguito, è maturato sulle sempre maggiori aspettative inflazionistiche, e ha posto le sue basi da aprile 2020:


Se ampliamo poi il quadro su di un arco temporale di più lungo periodo, per capire meglio le fluttuazioni e l’andamento storico di questa specifica asset, notiamo un percorso particolarmente volatile, come si evince dal grafico rappresentativo dell’indice Bloomberg Commodities (dati al 4/10/2021):

Parlando della composizione del paniere delle materie prime, notiamo una forte esposizione verso le materie energetiche (che pesano per più del 60% del paniere), insieme a metalli preziosi (come oro e argento), metalli industriali (come alluminio e zinco), e prodotti legati all’agricoltura.
Questo, nello specifico, il percorso nel tempo della componente energetica, top performer nel 2021 sull’onda del re-opening seguito al lock-down imposto dal Covid-19:

Cosa rende interessante quest’asset class, in ottica di investimento?
Sicuramente la sua bassa correlazione con le altre voci di mercato, valore aggiunto in un’ottica di diversificazione di portafoglio, e la sua funzione di copertura contro l’inflazione.
Storicamente, infatti, le materie prime mostrano un andamento positivo nei periodi di elevata inflazione, come vediamo nella tabella di seguito:

Ecco che allora le commodities rappresentano una valida soluzione per diversificare il portafoglio, in funzione anche del loro ruolo di hedging dagli scenari inflazionistici.
E’ importante però essere consapevoli che investire in un indice rappresentativo delle materie prime significa di fatto investire in contratti futures, ovvero contratti finanziari, “rollati” periodicamente, al fine di mantenere costante l’esposizione verso l’asset, subendo così il noto effetto “contango”, che rende inefficiente il mantenimento di ETF sulle commodities in ottica di lungo termine.
Altro punto da considerare è che le materie prime, benchè certamente rappresentative di una componente della più ampia macchina economica, non producono di per sè utili e nè distribuiscono cedole o dividendi, per cui l’attività d’investimento vera e propria trova la sua naturale traduzione su altri mercati, come ad esempio quello azionario; le commodities, in questo senso, possono fungere da asset “satellite”, e quindi marginale, utile in chiave di diversificazione del portafoglio, piuttosto che un suo asse portante.

Di seguito, due approfondimenti specifici dedicati alle singole materie prime Oro e Petrolio.
Ultimo aggiornamento: 17/05/2022