Meglio investire Value o Growth?

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All’interno del panorama azionario, è meglio investire Value o Growth?

Alla luce del recente rialzo dei tassi d’interesse, ad opera delle Banche Centrali, al fine di contrastare l’inflazione, molti risparmiatori si domandano se sia meglio investire ora in chiave Value o Growth.

Iniziamo facendo chiarezza sulle due diverse strategie:

  • Con VALUE intendiamo uno stile d’investimento focalizzato sui titoli più sottovalutati dal mercato, e che presentano quindi un rapporto prezzo/utili (ovvero price/earnings, PE) piuttosto basso. L’obiettivo della strategia è quindi quello di coglierne il valore. Parliamo di uno stile d’investimento notoriamente più difensivo.
  • Con GROWTH intendiamo invece un investimento mirato su titoli con elevato potenziale di crescita, in ottica di lungo periodo, e che presentano, proprio in virtù della loro natura, un rapporto prezzo/utili più elevato. Si tratta quindi di uno stile d’investimento più dinamico e aggressivo.

Questo un quadro sull’andamento delle due diverse strategie, dal 1990 a fine 2020:

https://www.evidenceinvestor.com/a-value-premium-update-for-the-not-very-interested/

Entriamo ora più nel dettaglio, e confrontiamo la performance, dall’ 1/1/1979 al 31/7/2020, dell’indice Russell 1000, con quella degli indici Russell 1000 Growth e Russell 1000 Value:

https://alphaarchitect.com/2020/08/18/value-investing-an-examination-of-the-1000-largest-firms/

Balza subito all’occhio come un approccio di tipo Value si sia dimostrato nel tempo più difensivo (minor volatilità, come si evince dalla minor deviazione standard, e minor drawdown massimo, ovvero perdita massima, rispetto al growth). Dall’altra parte un approccio di tipo Growth ha saputo generare più rendimento, seppur a fronte di un maggior rischio.

Il predominio dello stile Growth, sul Value, in termini di performance prodotte, è evidente, se osserviamo il decennio che va dal 1/08/2010 al 31/07/2020):

https://alphaarchitect.com/2020/08/18/value-investing-an-examination-of-the-1000-largest-firms/

Questo il percorso tradotto su grafico, per avere un quadro ancora più chiaro:

https://alphaarchitect.com/2020/08/18/value-investing-an-examination-of-the-1000-largest-firms/

Ed ecco invece i rendimenti ad 1, 3 e 5 anni (dati al 31/07/2020):

https://alphaarchitect.com/2020/08/18/value-investing-an-examination-of-the-1000-largest-firms/

Dai grafici di seguito, possiamo notare come la corsa del Growth sul Value sia iniziata a partire dal 2007, in concomitanza con lo scoppio della bolla del 2008, e si sia accentuata nell’ultimo periodo, che vede infatti, nel solo anno 2020, una netta sovraperformance del mondo Growth rispetto allo stile Value:

https://www.indexologyblog.com/2021/01/12/style-rotation-through-the-revenue-exposure-lens/
https://twitter.com/MilanoFinanza/status/1373187946526904321/photo/1

E’ proprio in questo periodo che infatti lo stile Value (tradotto di seguito nell’ETF Vanguard Value, linea nera nel grafico) ha iniziato ad accumulare ritardo rispetto al Growth (linea blu):

http://www.crossingwallstreet.com/

Eppure, per i “veterani” nel mercato, questo predominio del Growth può apparire come un film già visto.

Basti pensare al momento d’oro vissuto prima dello scoppio della bolla “dot.com”, a cui è seguito però un periodo di forte sovraperformance proprio della controparte Value:

https://compoundadvisors.com/2021/what-can-you-do-about-high-valuations

In quel frangente, il Growth ha evidenziato un’ evidente debolezza, durata fino a maggio 2002, tracciando quindi un periodo decisamente complicato per gli investitori, in cui però la parte Value ha saputo comportarsi decisamente meglio:

https://www.albertbridgecapital.com/post/if-growth-stocks-sell-off-will-they-bring-value-stocks-down-with-them

Ora, proprio il recente rialzo dei tassi d’interesse, ha riportato la componente Value sotto i riflettori, visto il rimbalzo messo a segno. Del resto, è proprio nelle fasi di ripresa dei tassi d’interesse che storicamente la parte Value ha sovraperformato la controparte Growth. Occhio però a prendere il passato come garanzia per il futuro:

https://www.morningstar.com/articles/1085641/will-rising-rates-provide-an-advantage-for-value-stocks

Ecco che puntare sul singolo “cavallo” diventa spesso rischioso, anche quando non lo sembra, all’apparenza. Questo perchè il mercato è imprevedibile, e difficilmente anticipabile nei suoi movimenti.

Certo, la recente rotazione da Growth a Value è impressionante, e ha toccato livelli record, dato che già di suo dovrebbe mettere sull’attenti nuovi investitori orientati a salire su di un carro già lanciato e partito a tutta velocità:

https://twitter.com/StuartLWallace/status/1326466950621507585/photo/1

Da notare come ad esempio la componente Small Value abbia sovraperformato, nel corso del 2020, del 9% l’indice Nasdaq, prettamente Growth, in un solo giorno, un dato storico:

https://theirrelevantinvestor.com/2020/11/11/animal-spirits-the-vaccine/

Il movimento si è poi accentuato nel corso del 2021, che vede, nel primo trimestre dell’anno, lo stile Value sovraperformare anche l’indice S&P500:

https://compoundadvisors.com/2021/the-2-most-powerful-forces-in-markets

E’ quindi questo il definitivo ritorno della componente Value sulla scena?

https://www.morningstar.it/it/news/211127/sta-tornando-lera-dei-fondi-value.aspx

Presto per dirlo.

E’ corretto comunque prendere atto dell’avvenuta rotazione che ha portato lo stile Value a sovraperformare nuovamente il mondo Growth:

https://awealthofcommonsense.com/2022/01/why-isnt-the-stock-market-down-more-right-now/

Vediamo di seguito le rotazioni storiche pro-value a cui abbiamo assistito sul mercato, per quanto il passato non rappresenti un sinonimo del futuro:

https://www.morningstar.it/it/news/214704/chi-vincer%c3%a0-fra-value-e-growth.aspx

La vera domanda, piuttosto, potrebbe essere: perchè non investire sull’intero mercato, che comprende entrambe le strategie? Il consiglio di investire sul pagliaio, anzichè nel singolo ago, è sempre valido. Che il mercato tiri verso il Growth o sul Value, alla fine, saremo comunque vincitori.

Anche perchè, al netto della sottoperformance della parte Value negli ultimi 10 anni, se ragioniamo su orizzonti temporali più lunghi, come ad esempio 20 anni, i rendimenti dei 2 stili sono praticamente identici.

https://awealthofcommonsense.com/2021/01/its-time-to-prepare-for-markets-economy-to-get-weird/

Lo vediamo anche nel seguente grafico. Sebbene ad 1 anno (dati al 31/12/2020) i rendimenti abbiano privilegiato la componente Growth, a 20 anni c’è poca differenza fra i 2 stili, a sottolineare come il tempo abbia livellato sovra e sotto-performance.

https://www.indexologyblog.com/2021/03/11/spiva-u-s-year-end-2020-scorecard-passive-continued-its-winning-streak/

Per quanto, quindi, per gli investitori che si siano da poco affacciati sul mercato, la parte Growth possa sembrare la soluzione più redditizia (merito della dalla corsa dei titoli tecnologici), la storia stessa del mercato ci insegna che ogni fenomeno è temporaneo e non assoluto, e, per questo, faremmo bene a tenerne conto per il futuro del nostro piano finanziario:

https://investornews.vanguard/why-u-s-value-stocks-are-poised-to-outperform-growth/
Note: il grafico mostra le osservazioni mensili dei rendimenti totali annualizzati a dieci anni per periodi da giugno 1936 a gennaio 2021 di un ipotetico portafoglio value versus growth costruito utilizzando la metodologia Fama-francese, disponibile su 
https://mba.tuck.dartmouth .edu/pages/faculty/ken.french/Data_Library/f-f_5_factors_2x3.html . 
La performance passata non è garanzia di rendimenti futuri.
Fonte: risultati della ricerca Fama-francese, descritti su 
http://mba.tuck.dartmouth.edu/pages/faculty/ken.french/data_library.html#Research.

Di seguito uno sguardo approfondito sull’intero panorama del Factor Investing:

https://www.ilconsulenteintelligente.com/uno-sguardo-al-factor-investing/

Ultimo aggiornamento: 13/05/2022

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