Arrivi e Partenze

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Per capire dove è meglio iniziare, è bene capire dove si vuole arrivare. La pianificazione è una questione di Arrivi e Partenze

Arrivi e Partenze.

Se ti dicessero di allenarti per una corsa, come ti alleneresti? Ti alleneresti per la resistenza e la lunga distanza? Oppure ti concentreresti sulla velocità su breve distanza? Ti alleneresti per una superficie di corsa specifica o per un’altitudine variabile? Ti alleneresti aspettandoti di correre sotto la pioggia, il sole, il caldo o il freddo? Senza definire l’obiettivo, non è possibile saperlo.

La corsa di un atleta è anche pianificazione di tutto ciò che ruota intorno al traguardo. I velocisti si allenano per brevi distanze, concentrandosi sulla potenza e correndo il più velocemente possibile. I maratoneti si allenano invece per una lunga distanza, non per quanto velocemente possono correre. La differenza nella loro formazione e nelle loro competenze è quindi visivamente evidente.

Usain Bolt ed Eliud Kipchoge hanno entrambi vinto medaglie d’oro alle Olimpiadi del 2016 nella corsa. Bolt nei 100, 200 e staffetta 4×100 e Kipchoge nella maratona. Puoi vedere la potenza di Bolt, i suoi muscoli sono più grandi e più definiti, il che gli permette di correre in modo completamente diverso rispetto al maratoneta. Kipchoge è meno evidente come muscolatura, non risponde sulla velocità, ma sulla resistenza e sulla stamina, ecco perché può essere il migliore in quello che fa con un fisico meno intimidatorio.

In entrambi i casi, poiché consapevoli del proprio traguardo, a 100 metri o a 33km di distanza, possono prendere decisioni che daranno loro le migliori possibilità di successo. Ecco che l’allenamento di Bolt e quello di Kipchoge corrispondono a mondi differenti. Bolt si concentra su esercizi ad alta intensità ed esplosività. Kipchoge fa solo corse a bassa intensità, con un obiettivo settimanale di oltre 200 km.

Possiamo tracciare molte somiglianze fra questa scenario e il percorso che ci separa dalla pensione. Molti di noi vivono la vita sapendo che dobbiamo prepararci per la pensione, ma senza prepararsi adeguatamente. Si spera, ma si definisce un piano concreto che ci porti al traguardo.

Dato che le gare di corsa possono assumere forme diverse e coprire una vasta gamma di lunghezze, gran parte del successo deriva dal capire che tipo di gara si sta correndo. Definendo il nostro obiettivo pensionistico, possiamo sapere esattamente a cosa stiamo lavorando e possiamo compiere i passi adeguati lungo il percorso, per prepararci in modo efficiente.

Molti problemi non possono essere risolti in futuro.” Charlie Munger

Affrontare l’impegno di preparare una pianificazione pensionistica, senza prima definire l’obiettivo pensionistico, è come prepararsi per una corsa senza conoscere le specifiche della gara. Ti mette nella posizione di provare ad indovinare, senza sapere quale sarà il primo passo da fare, sperando che alla fine tutto andrà bene.

Pensare alla pensione può essere davvero impegnativo e, se mancano ancora decenni al traguardo, può sembrare una perdita di tempo quando ci sono preoccupazioni più urgenti nel presente. La buona notizia è che ci sono solo due cose a cui dobbiamo veramente pensare per fare chiarezza sul nostro progetto pensionistico: quando e cosa.

Definire quando

Un punto semplice da cui iniziare è definire quando realisticamente vorresti andare in pensione. Generalmente, la maggior parte delle persone va in pensione all’età di 65/70 anni, ma questo di per sé non è un motivo sufficiente per scegliere l’età di 65 anni.

Anche la definizione delle tempistiche potrebbe subire comunque delle revisioni, strada facendo. Molto probabilmente, ci sarà un divario tra lo stile di vita che vorremo mantenere raggiunta l’età pensionabile, e le entrate che da pensione che percepiremo. Questo divario potrà essere colmato ad esempio effettuando dei versamenti aggiuntivi lungo il percorso. A seconda quindi anche di queste variabili, la data di pensionamento obiettivo potrebbe quindi cambiare e spostarsi nel corso del tempo.

Definire cosa

Il prossimo passo consiste nel pensare a come sarà la tua pensione ideale. Come utilizzeremmo ad esempio i nostri soldi? Vorremmo mantenere il nostro stile vita, oppure acquistare più libertà, piuttosto che qualche bene di lusso?

Ognuno di noi ha la propria lista dei desideri, con le cose che desideriamo maggiormente. Chi vorrebbe viaggiare, chi comprare la casa, piuttosto che l’auto dei propri sogni, o partire per un’avventura, ognuno ha le proprie ambizioni.

Concentriamoci quindi sulle nostre passioni, su ciò che ci fa stare bene e ci da più soddisfazione, soprattutto dopo tanto lavoro. Pensiamo a questo, quando pensiamo quindi a quale può essere la nostra pensione ideale.

Capire come

Una volta che sai quando realisticamente vuoi andare in pensione e quale sarà la tua pensione ideale, si tratta solo di capire come realizzare il tuo progetto.

Potremmo scoprire che la rendita da pensione ci porti solo fino ad un certo punto, del nostro obiettivo. Ognuno ha impegni e aspirazioni, e quindi piani finanziari, diversi.

Il tuo reddito pensionistico non dovrebbe essere basato su quanti soldi hai guadagnato, dovrebbe essere basato su quanti soldi ti servono.

Supponiamo che tu debba accumulare abbastanza per percepire un reddito annuo di € 100.000 durante la pensione. Se la pensione erogata ammonta a € 75.000, rimane un divario di € 25.000 da colmare. A seconda del tuo orizzonte temporale e della tua tolleranza al rischio, puoi capire quindi quanto dovresti contribuire da qui alla pensione per colmare questo divario.

Quando si investe, il tempo è il nostro migliore amico. Quanto prima inizieremo a prendere le misure adeguate per garantire che la nostra pensione sia adeguata, tanto più facile sarà ottenere i risultati che speriamo. E invece di sperare, ci stiamo attivando operando per realizzare il nostro piano.

La tua pensione è troppo importante per lasciarla al caso.

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