Guida agli ETF

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Ecco una guida rapida agli ETF, utile per tutti gli investitori

Il mercato degli ETF è in continua espansione, ecco quindi di seguito una guida rapida e utile a tutti gli investitori per orientarsi nel mondo degli strumenti passivi.

Gli ETF (ovvero Exchange-Traded Fund) sono fondi d’investimento che lavorano sul mercato con il fine di replicare un indice di riferimento (benchmark), e si differenziano dalla gestione attiva (fondi comuni d’investimento) proprio per il loro stile passivo di gestione. Infatti, mentre l’obiettivo dei fondi comuni è quello di battere il benchmark, quindi creare un extra-rendimento (a fronte di scelte attive nella gestione), la gestione passiva lavora coerentemente in linea con il mercato replicato, e, proprio per questo, presenta dei costi di gestione molto inferiori rispetto a quelli proposti dai fondi attivi.

Gli ETF sono quindi dei fondi, e in quanto tali rappresentano un valido strumento di diversificazione per l’investitore, laddove correttamente utilizzati; inoltre, godono della possibilità di essere negoziati in tempo reale (anche se qui occorre fare attenzione, perchè questo aspetto presenta dei pro e dei contro, di cui poi parleremo). Il vantaggio principale offerto da questi strumenti risiede certamente nell’elevato grado di efficienza costi/benefici che sono in grado di offrire.

Dal lancio del primo fondo indicizzato nel 1971, e del primo ETF, lanciato nel 1993, il ritmo di crescita di questo fenomeno è stato inarrestabile: da 1,14 trilioni di dollari di asset in gestione nel 2009 siamo passati a masse di oltre 5 trilioni di dollari nel 2019.

Il mercato degli ETF è in continua crescita ed espansione, ed attrae gli investitori di tutto il mondo.

Il motivo alla base di questo successo consiste nella maggior efficienza che gli strumenti a gestione passiva hanno saputo portare agli investitori, rispetto agli strumenti gestiti attivamente (fondi comuni). Il dato è evidente studiando i vari report SPIVA (Standard & Poor Indices Versus Active, https://us.spindices.com/spiva/#/), che puntualmente confermano questo trend. Ecco che gli investitori sono quindi sempre più propensi a prediligere questi strumenti all’interno delle loro pianificazioni:

https://www.evidenceinvestor.com/three-hundred-and-twenty-billion-dollars/
https://www.evidenceinvestor.com/the-book-that-helped-launch-a-financial-revolution/

Parte di questa crescita deriva dai deflussi avvenuti sui fondi a gestione attiva, come evidenziato dal seguente grafico:

https://awealthofcommonsense.com/2021/02/how-the-dumb-money-won/

Al netto di questa crescita, è importante però considerare come la quota investita in ETF rappresenti ancora una parte marginale del mercato, anche se in continua espansione:

https://awealthofcommonsense.com/2020/09/animal-spirits-upside-down-markets/

Questa tabella, invece, fonte Morningstar, mette a confronto i numeri della gestione passiva e attiva, in Europa:

Tornando al mercato USA, barometro del mercato finanziario mondiale, i numeri restano impressionanti:

https://www.evidenceinvestor.com/three-hundred-and-twenty-billion-dollars/

Le masse in gestione negli ETF hanno ora addirittura superato quelle investite sui fondi attivi azionari USA:

Riassumendo.

I punti di forza degli ETF sono:

  • Diversificazione. L’ETF consente di prendere posizione su di un paniere diversificato di azioni o obbligazioni che può arrivare a contenere migliaia di titoli
  • Efficienza costi . Il costo di gestione degli ETF è di gran lunga inferiore rispetto a quello previsto per i fondi a gestione attiva

E’ importante anche sapere che gli ETF presentano 2 tipi di replica:

  • Sintetica. Effettuata tramite l’utilizzo di strumenti derivati
  • Fisica. Effettuata acquistando direttamente i titoli sottostanti l’indice replicato (per intero, o a campionamento)

Un altro aspetto importante da valutare riguarda la liquidità degli ETF. Meglio privilegiare ETF che presentano scambi e volumi elevati, e masse in gestione importanti, in quanto questo si tradurrà facilmente in differenziali denaro-lettera inferiori nel momento in cui vogliamo negoziare lo strumento.

Inoltre, è importante sapere che gli ETF sono sì strumenti passivi, ma che replicano un indice di mercato attivo, che si muove quindi nella sua composizione in base al principio della capitalizzazione (salvo rari casi di indici che tengono conto invece del prezzo dei titoli, come ad esempio il Dow Jones).

Come meglio utilizzare questi strumenti?

John Bogle, fondatore di Vanguard, colosso americano nel campo della gestione passiva, si era espresso molto chiaramente a riguardo, definendo la sua guida all’uso degli strumenti passivi:

“Investire negli ETF indicizzati che seguono il mercato azionario nella loro ampiezza è corretto, finchè non li si scambia.

La speculazione a breve termine è un gioco in cui si perde.

Chi fa trading con gli ETF non ha la minima idea di quale sarà il rapporto fra i rendimenti dei propri investimenti e quelli ottenuti sul mercato azionario.

L’obiettivo degli ETF è guadagnare una quota congrua di rendimento del mercato azionario. Chi fa scambi con gli ETF non ha alcuna garanzia del genere, neanche lontanamente.

Le prime pubblicità dello SPDR dicevano: ” Ora puoi scambiare l’ S&P500 per tutto il giorno, in tempo reale”. Ed è così. Ma a che pro?

Il celebre fucile Purdey è perfetto per le battute di caccia grossa, ma è anche un’eccellente arma per suicidarsi. Sospetto che fin troppi ETF si riveleranno, se non una forma di suicidio finanziario, un modo per perdere ricchezza”

Quindi, ETF per il lungo termine, come strumento di pianificazione finanziaria.

Parola di John Bogle.

A riguardo:

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