L’indice S&P500 è oggi troppo concentrato sui MegaCap Tecnologici?
Il Rally sostenuto messo a segno dal comparto tecnologico americano negli ultimi anni ha di fatto finito per concentrare il peso dell’indice S&P500 su pochi titoli, facenti parte dell’universo tech, e ci si domanda ora quindi se l’indice S&P500 non sia troppo concentrato.
In effetti, se osserviamo la composizione dell’indice stesso, notiamo come i primi 10 titoli pesino ormai per più di 1/3 del paniere complessivo. Parliamo quindi della più alta concentrazione mai vista dal 1980.
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Il dominio tecnologico appare subito evidente se osserviamo la lista delle prime 10 partecipazioni in capo all’indice, fra cui figurano i “Magnifici 7”:
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Addirittura, i soli primi 5 titoli in termini di capitalizzazione, ovvero Microsoft, Apple, Alphabet, Amazon e NVIDIA arrivano ora a pesare il 25% circa dell’ S&P500. Il dato ha pochi precedenti, se ripercorriamo lo storico dell’indice stesso.
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Il rialzo maturato da questi titoli è stato sicuramente notevole, e l’aumento della loro ponderazione all’interno degli indici a capitalizzazione ne è la logica conseguenza. Il fenomeno apre anche a considerazioni interessanti, circa la sostenibilità di questo rally, e quanto possa durare ancora.
Naturalmente, ad oggi non abbiamo una risposta, e l’unica cosa che possiamo fare è prendere atto del fatto che comprare o possedere oggi S&P500, piuttosto che Nasdaq, si traduce nell’assumere in buona parte un’esposizione ai MegaCap Tecnologici, nel bene e nel male. Nel bene, perchè ad oggi certamente questo fattore ha premiato i possessori di questi indici, visto il proseguo del rally tecnologico, e penalizzato invece chi si fosse spostato nel frattempo sul Value piuttosto che sull’ Equal Weighted. Nel male, perchè probabilmente una correzione in capo a questi stessi titoli trascinerebbe al ribasso l’intero indice.
Per quanto degno di nota, questo fenomeno non è tuttavia nuovo al mercato, o particolarmente sorprendente. Se osserviamo infatti il resto degli indici azionari facenti parte dell’universo Msci World, notiamo come anche in altri paesi esistano livelli di concentrazione importanti:
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Da questo studio condotto da Paul Marsh e Mike Staunton, della London Business School, emerge addirittura che il mercato azionario americano è uno dei meno concentrati, a livello globale. Solo il Giappone, infatti, risulta più concentrato. Il dato è quindi interessante, visto il clamore suscitato dal peso attribuito ad alcuni titoli all’interno dell’indice S&P500.
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Lo stesso mercato azionario Americano, così come quello Inglese, hanno già riportato livelli di concentrazione simili in passato. Il fenomeno, quindi, per quanto impattante, non è nulla di nuovo:
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Semplicemente, il settore oggetto della concentrazione è cambiato nel corso del tempo, seguendo l’evoluzione del modello economico e sociale, come evidenziato nel grafico di seguito, in riferimento all’azionario USA:
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Quindi, il consiglio è di non scappare per forza dall’ S&P500, piuttosto che dal resto degli indici azionari USA, a causa della loro composizione. Magari può essere utile piuttosto abbinarli, con le dovute misure, a controparti Value, piuttosto che Equal Weighted, a bilanciarne il rischio e migliorare quindi la diversificazione azionaria di portafoglio.