L’S&P500 è troppo concentrato?

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L’indice S&P500 è oggi troppo concentrato sui MegaCap Tecnologici?

Il Rally sostenuto messo a segno dal comparto tecnologico americano negli ultimi anni ha di fatto finito per concentrare il peso dell’indice S&P500 su pochi titoli, facenti parte dell’universo tech, e ci si domanda ora quindi se l’indice S&P500 non sia troppo concentrato.

In effetti, se osserviamo la composizione dell’indice stesso, notiamo come i primi 10 titoli pesino ormai per più di 1/3 del paniere complessivo. Parliamo quindi della più alta concentrazione mai vista dal 1980.

https://twitter.com/charliebilello/status/1756721141547196867

Il dominio tecnologico appare subito evidente se osserviamo la lista delle prime 10 partecipazioni in capo all’indice, fra cui figurano i “Magnifici 7”:

https://awealthofcommonsense.com/2024/02/is-the-u-s-stock-market-too-concentrated/

Addirittura, i soli primi 5 titoli in termini di capitalizzazione, ovvero Microsoft, Apple, Alphabet, Amazon e NVIDIA arrivano ora a pesare il 25% circa dell’ S&P500. Il dato ha pochi precedenti, se ripercorriamo lo storico dell’indice stesso.

https://twitter.com/Schuldensuehner/status/1757765687940952505/photo/1

Il rialzo maturato da questi titoli è stato sicuramente notevole, e l’aumento della loro ponderazione all’interno degli indici a capitalizzazione ne è la logica conseguenza. Il fenomeno apre anche a considerazioni interessanti, circa la sostenibilità di questo rally, e quanto possa durare ancora.

Naturalmente, ad oggi non abbiamo una risposta, e l’unica cosa che possiamo fare è prendere atto del fatto che comprare o possedere oggi S&P500, piuttosto che Nasdaq, si traduce nell’assumere in buona parte un’esposizione ai MegaCap Tecnologici, nel bene e nel male. Nel bene, perchè ad oggi certamente questo fattore ha premiato i possessori di questi indici, visto il proseguo del rally tecnologico, e penalizzato invece chi si fosse spostato nel frattempo sul Value piuttosto che sull’ Equal Weighted. Nel male, perchè probabilmente una correzione in capo a questi stessi titoli trascinerebbe al ribasso l’intero indice.

Per quanto degno di nota, questo fenomeno non è tuttavia nuovo al mercato, o particolarmente sorprendente. Se osserviamo infatti il resto degli indici azionari facenti parte dell’universo Msci World, notiamo come anche in altri paesi esistano livelli di concentrazione importanti:

https://awealthofcommonsense.com/2024/02/is-the-u-s-stock-market-too-concentrated/

Da questo studio condotto da Paul Marsh e Mike Staunton, della London Business School, emerge addirittura che il mercato azionario americano è uno dei meno concentrati, a livello globale. Solo il Giappone, infatti, risulta più concentrato. Il dato è quindi interessante, visto il clamore suscitato dal peso attribuito ad alcuni titoli all’interno dell’indice S&P500.

https://twitter.com/Schuldensuehner/status/1762940407409676578/photo/1

Lo stesso mercato azionario Americano, così come quello Inglese, hanno già riportato livelli di concentrazione simili in passato. Il fenomeno, quindi, per quanto impattante, non è nulla di nuovo:

https://twitter.com/awealthofcs/status/1767187320103375160/photo/1

Semplicemente, il settore oggetto della concentrazione è cambiato nel corso del tempo, seguendo l’evoluzione del modello economico e sociale, come evidenziato nel grafico di seguito, in riferimento all’azionario USA:

https://twitter.com/Catwith69lives/status/1767812861890367796/photo/1

Quindi, il consiglio è di non scappare per forza dall’ S&P500, piuttosto che dal resto degli indici azionari USA, a causa della loro composizione. Magari può essere utile piuttosto abbinarli, con le dovute misure, a controparti Value, piuttosto che Equal Weighted, a bilanciarne il rischio e migliorare quindi la diversificazione azionaria di portafoglio.

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